Paolo Frezzotti, Ilaria Motolese, Vincenzo Mittica, Simone Alex Bagaglia, Pietro Mittica, Cristina Menicacci, Serena Antenore, Eduardo Motolese
INTRODUZIONE
Per molti anni le forme refrattarie di glaucoma sono state trattate con tecniche volte alla distruzione del corpo ciliare1-3; tali tecniche includevano la ciclocrioterapia proposta da Bietti4 (1950) e tutt’oggi ancora utilizzata, e altre tecniche più moderne quali la ciclofotocoagulazione con Nd:YAG laser utilizzata nella seconda metà del 1980, e la ciclofotocoagulazione con laser a diodi5,6. Nella ciclofotocoagulazione transclerale con laser a diodi (TDLCP), la ciclodistruzione lascia il posto a delle applicazioni transclerali mediante una luce infrarossa della lunghezza d’onda di 810 nm, la quale penetra più facilmente e viene assorbita maggiormente dal tessuto pigmentato del corpo ciliare, dando luogo ad una distruzione dell’epitelio stesso e ad una necrosi dello stroma del corpo ciliare7,9. La TDLCP viene generalmente utilizzata come metodo di ablazione del corpo ciliare con successo in circa il 40-80% dei casi10-14. Studi di laboratorio hanno dimostrato che la lunghezza d’onda del laser a diodi nella TDLCP risulta quasi due volte più efficacie di quella dell’Nd:YAG laser. Il rischio di effetti collaterali sembrerebbe essere significativamente più basso con la TDLCP rispetto al ciclocriotrattamento…
ArtScient_Valutazione a lungo termine dell efficacia della ciclofotocoagulazione_OFdicembre2011