Carlo Cagini, Alessandra De Carolis, Roberto De Luca, Claudia Peruzzi, Alessio Cerquaglia, Antonio Garritano, Alessia Ia nnone, Adriana Pellegrino, Gian Luigi Tosi
Università degli Studi di Perugia, Dipartimento di Specialità Medico Chirurgiche e Sanità Pubblica, Sezione di Oculistica (Direttore: Prof. Carlo Cagini)
Introduzione e obiettivo
Il glaucoma è una delle prime cause di cecità e si stima che nel 2020 circa 80 milioni di persone nel mondo ne saranno affette1. Il più importante fattore di rischio per tale patologia è rappresentato da un’elevata pressione intraoculare (IOP) e quindi il trattamento dei pazienti affetti ha principalmente lo scopo di ridurre il tono oculare: nella gran parte dei casi questo viene ottenuto con l’uso di colliri che devono essere instillati uno o più volte al giorno. Uno dei problemi che da tempo è stato evidenziato è l’aderenza dei pazienti alla terapia: è infatti dimostrato che in molti casi questi non eseguono la terapia in maniera corretta. Questo fatto è variabile ed in rapporto a numerosi fattori, fra i quali il livello di informazione sulla malattia ricevuto dal paziente, la sua scolarizzazione, l’eventuale presenza di familiari affetti dalla stessa malattia, la gravità della malattia stessa, la complessità della terapia instaurata ed altri ancora…