Ilaria Motolese *, Paolo Frezzotti**, Michele Iester ***, Mario Fruschelli**, Edoardo Motolese **
INTRODUZIONE
Il sistema immunitario intrinseco dell’occhio a protezione degli agenti patogeni esterni rappresenta senza dubbio il primo requisito fondamentale per preservare l’acuità visiva.
Il film lacrimale, le ghiandole lacrimali, l’epitelio corneale e congiuntivale, le ghiandole del Meibomio lavorano insieme a costituire una vera e propria unità morfo-funzionale necessaria al mantenimento della integrità oculare e delle sue funzioni1.
Fin dal 19esimo secolo è stato riconosciuto infatti che le differenti strutture che vanno a costituire la superficie oculare sono in grado oltreché difendersi, anche di “mantenere” e in casi specifici “tollerare”, corpi estranei e agenti patogeni esterni: il film lacrimale contiene infatti un innumerevole potpourri di fattori immunosoppressivi e immunoregolatori per le cellule T di proliferazione e le citochine che mediano i processi a cascata di infiammazione2.
La particolare struttura dell’occhio e nello specifico della cornea, ne fanno quello che viene definito un “sito” di privilegio immunologico essenziale specie se pensiamo ai meccanismi di rigetto nei trapianti di cornea: essa stessa avascolare e priva di vasi linfatici limita il contatto con le cellule del sistema immunitario grazie anche alla ridotta presenza delle cellule di Langerhans e alla funzione della barriera emato-oftalmica andando a costituire quello che conosciamo come sistema A.C.A.I.D. (Anterior Chamber Associated Immune Deviation) in grado di ostacolare la risposta immunitaria stessa e tutti quei fenomeni di infiammazione potenzialmente pericolosi per l’occhio (si pensi al ruolo delle sostanze presenti nell’umor acqueo o al trabecolato che fungono da vero e proprio filtro per gli antigeni o elementi esterni)3…