Un riconoscimento di eccellenza europea per la Clinica Oculistica Universitaria dell’ospedale policlinico San Martino-Irccs, che da settembre è stata ammessa dalla Commissione europea tra le “Sedi di riferimento del Partenariato europeo sull’invecchiamento in attività e in salute“. Solo due le strutture oftalmologiche ammesse in tutta Europa: a fianco a quella genovese, anche un ospedale finlandese.
«Abbiamo partecipato all’ultima call della Commissione europea − spiega Carlo Traverso, direttore della Clinica Oculistica, oggi a margine della conferenza stampa sulla Giornata mondiale della Vista − E insieme a un’unica altra struttura estera, siamo riusciti a entrare nel partenariato europeo, forti di un curriculum che mostra il nostro potenziale di sviluppo scientifico e tecnologico, non solo per la diagnosi e la terapia, ma anche di supporto alle aziende del settore».
Diverse le caratteristiche richieste per competere nella selezione europea. I candidati hanno dovuto fornire prova di “componenti innovativi del loro modello o sistema di assistenza”, che possano servire da esempio per le buone pratiche ad altre regioni. Sono richieste e valutate anche “prove robuste dell’impatto delle sedi candidate nel loro territorio” e devono essere presentati “indicatori tangibili”.
Ulteriori indicatori tenuti in considerazione sono raggruppati nelle sezioni “Qualità della vita”, “Sostenibilità di sistemi sanitari” e “Crescita economica e occupazione”.
Nel caso della Clinica Oculistica dell’ateneo genovese, oltre all’appartenenza al dipartimento universitario di eccellenza Dinogmi (dipartimento di Neuroscienze, riabilitazione, oftalmologia, genetica e scienze materno-infantili) sono stati rilevanti gli aspetti della telemedicina e della digitalizzazione.
Discipline sviluppate nella progettazione e implementazione di cartelle cliniche specifiche informatizzate, nei percorsi diagnostico-terapeutici con presa in carico dei pazienti portatori di malattie croniche potenzialmente debilitanti (come retinopatie e glaucoma). Fondamentale anche l’mpegno nella prevenzione dell’handicap e lo screening oftalmologico neonatale. Ma anche le alleanze operative e strategiche, sia con l’Istituto David Chiossone sia con altri dipartimenti universitari e con le strutture oftalmologiche regionali attraverso la rete oculistica del Diar Neuroscienze. Non ultime, la partecipazione a progetti europei, l’attività di supporto e registrazione delle malattie rare, l’adozione delle tecnologie più avanzate e la trasferibilità delle attività scientifiche sulla qualità di vita delle persone.
L’ammissione conferita dalla Commissione europea non comporta un finanziamento diretto, ma per una clinica universitaria, che svolge anche compiti assistenziali sul proprio territorio di riferimento, si tratta di un traguardo raramente raggiunto.
Per i risultati ottenuti nella ricerca, la sua qualità nell’assistenza sanitaria e per il continuo lavoro di prevenzione e riabilitazione dell’handicap visivo, il prestigio della Clinica Oculistica genovese è internazionalmente riconosciuto da diversi anni, anche come centro di eccellenza dell’aggiornamento professionale (sono frequenti i corsi e i seminari organizzati, con partecipazione nazionale e mondiale).
Impegni portati avanti anche grazie ad alleanze operative, non solo con l’istituto Chiossone, ma anche con la Fondazione Banca degli Occhi Melvin Jones Lions, il comitato regionale Iapb (Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità) e l’istituto Gaslini.
Altro aspetto da non trascurare, la produzione scientifica, tanto che il contributo della Clinica ha giocato un ruolo importante nel portare il Dinogmi a rientrare tra i migliori 180 dipartimenti di eccellenza delle università statali e tra i primi 20 dipartimenti dell’area di medicina in Italia.