Fibre mieliniche peripapillari estese associate alla sindrome dell’interfaccia vitreoretinica

Andrea Perdicchi, Sara Verrilli, Angela Ciarnella, Cristina Mannino,Daniela Iacovello, Vito Fenicia
Facoltà di Medicina e Psicologia “Sapienza” Azienda ospedaliera S.Andrea, Roma U.O.C di Oftalmologia
Direttore: Prof. Santi Maria Recupero

Introduzione

La mielinizzazione dell’apparato visivo procede dal corpo genicolato laterale in senso anteriore, dal VII mese gestazionale al III mese di vita, arrestandosi a livello della lamina cribrosa della papilla ottica1. L’anomala persistenza della guaina mielinica oltre questo limite rende visibili le fibre mieliniche che avvolgono gli assoni delle cellule ganglionari. Oftalmoscopicamente le fibre mieliniche appaiono bianche a forma cotonosa, a fiamma o piumiformi e seguono sempre la distribuzione dello strato delle fibre nervose potendo mascherare anche i vasi retinici; generalmente a partenza dalla papilla ottica ma possono presentarsi anche isolatamente a livello dell’equatore retinico. L’incidenza delle fibre mieliniche è pari allo 0.3-0.6% nella popolazione generale e allo 0.54% o 0,98% nelle autopsie, a seconda delle casistiche.
Le fibre mieliniche sebbene rappresentino delle lesioni benigne, se estese possono associarsi ad alterazioni campimetriche senza carattere evolutivo. In letteratura sono state riportati casi di fibre mieliniche associate a disordini sistemici come la sindrome di Gorlin-Gotz, la sindrome di Down, più raramente la neurofibromatosi e la vitreo-retinopatia autosomica dominante associata a malformazioni scheletriche…

ArtScient_Fibre mieliniche peripapillari estese_OFsettembre2012

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